Antigu Muin, Antichi Vitigni Sardi

SrdN Davide Cocco ...Kirkende, Agattasa...
Srdn Davide Cocco
Una Storia Antica e Sconosciuta, Una Civiltà Ignorata e Nascosta,
La Civiltà Sarda delle Antiche Madri, Janas/Hanas Fitzas de Hala, Maistras Tutrici dei Popoli, e dei loro figli...
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Antigu Muin, Antichi Vitigni Sardi

Davide Cocco Blog, B\Logu
Pubblicato da davide cocco in etimo · Martedì 26 Lug 2022 ·  8:30
Tags: MuincannonauvermentinosemidanoAnticaCiviltàSarda
ANTIGU MUIN
Antichi Vitigni Sardi



Davide Cocco‎ - pubblicato su facebook -  “Circolo Privato Ricerca Indipendente - Antica Civiltà Sarda -ACS-“  02 novembre 2017

buongiorno,

visto che siamo entrati, con Hallo Uin, nel mondo del vino degli antichi Sardi, possiamo fare oggi una panoramica sugli antichi vitigni sardi, ancora presenti dopo millenni sulle nostre tavole, chiedendo una mano al nostro dizionario tascabile di antico alfabeto sardo (che purtroppo non esiste)..

iniziamo col definire prima un piccolissimo glossario.

TELL: è una radice (nel senso di parte di una parola) molto antica, che assume diversi significati, tra i quali "riproduzione", "terra", "tagliare".
R/A-E R/A-RO: coi significati di siepe,fiume,agricoltura
MUIN: vitis vinifera, in antichissimo sardo

tutto qui

ok. ora andiamo un pò a vedere questi #vitigni..

"#ARRETTALLAU"

le origini di quest'uva sono sconosciute, non se ne conosce discendenza da altre uve. opinione comune è che sia autoctono. è un vitigno rarissimo, molto vigoroso, se ne trova qualche filare che viene usato per migliorare le qualità dei migliori vermentini.
AR RO TALL AU - ARROTALLAU > ARRETALLAU: "tagliato e messo in terra per riprodursi in siepi (filari?) vicino ai fiumi"
perchè dare un nome del genere ad una vite, se non fosse un evento particolare, questo raccontato col suo nome..?
una vite autoctona, forse per la prima volta coltivata. forse per la prima volta anzichè raccogliere le uve dalla vitis vinifera selvatica, gli antichi sardi hanno iniziato a tagliare talee e farsi le proprie coltivazioni, vicino ai fiumi.. Interessante.

"#MURISTELLU"

questo vitigno lo adoravo e mi emozionava in degustazione anche prima di interessarmi di antica civiltà sarda.. col Muristellu infatti cadiamo a bomba.
Il MURISTELLU è sicuramente che io sappia, almeno, il più antico vitigno Sardo, e non solo, certificato da analisi genetiche.
Sono di Muristellu infatti i vinaccioli trovati nel Maestoso Nuraghe Arrubiu, ad Orroli, e datati circa 1.500 a.c.
il Muristellu ha rischiato di scomparire, ma grazie all'amore di alcuni viticultori si è ripresa la coltivazione qualche decennio fa, e oggi ancora possiamo trovarlo fortunatamente sulle nostre tavole.
Per favore, non chiamatelo "bovale sardo", ma semmai chiamate l'altro "muristellu spagnolo"...cge sarebbe più giusto.
Oltre a ciò, se non bastasse, Gianni Lovicu di Agris Sardegna ha provato che il Muristellu é, badate bene , DIRETTO DISCENDENTE DELLA VITIS VINIFERA, senza ulteriori intermediari. Forse quindi, vista l'antichità certificata, il primo vitigno in assoluto, conosciuto e identificato, ottenuto per domesticazione della vitis vinifera. Io non conosco altri vitigni al mondo, attualmente in produzione, che possano vantare questo primato..
Un vero fossile vivente, che ancora una volta certifica con la sua stessa esistenza il primato dei Sardi nella produzione del vino (rosso, ovviamente, perchè questo colore ci piaceva).
Muristellu, un nome che vista la vetustà del vitigno, difficilmente può derivare dal latino.

MUIN TELL > MUIS TELL > MURIS TELL :
l'antico alfabeto sardo ci aiuta a confermare che il MURISTELLU altro non è che la "Vitis vinifera tagliata e messa in terra per essere riprodotta (tramite talea).
Nel nome la descrizione: il primo vitigno in assoluto derivato direttamente dalla vitis vinifera per mano cosciente dell'uomo.

#SEMIDANO

il SemiDANo, lo conoscete tutti.. uno dei vitigni più diffusi nel campiDANo..
non tutti sanno però che il Semidano è considerato vitigno autoctono. Nasce cioè in Sardegna, nessuno ce l'ha portato. Adesso, io non so quando, sia iniziato ad essere coltivato, però, se io estrapolo dall'acrofonia (utilizzo della sola lettera iniziale di una parola, al posto di tutta la parola) , le parole sottintese, ottengo stranamente una frase perfettamente coerente in antico alfabeto sardo..
SeMiDANo > S M DAN > ovvero Sa Muin DAN, la vite vinifera di Dan, forse innaffiata dalle acque CampiDanEsi, dell'EriDanO, che passava molto probabilmente per la zona di Villasor, antamila anni fa..
In un linguaggio usato almeno 6000 anni fa..

#vermentino
In Sardegna, La "F" e la "V", sono frequentemente intercambiate (es. Fitzu/Vitzu, figlio, e dove si scrive F si pronuncia V, come "su fogu/ suvogu", il fuoco. questo è rimasto per esempio nel tedesco, dove la V viene pronunciata F).
In Sardegna, fra le altre, il termine "fermento", viene reso con "madrighe", poi tradotto in italiano come "la mamma", dell'aceto, del vino, o nel lievito "madre", perlappunto. ma anche con "frementu"/fermentu". abbiamo visto anche in



come il termine "frumini", legato a fulmini e fiumi, fosse legato alla riproduzione e alla nascita, con significati così arcaici, da non poter essere certo attribuiti ai latini, e come vediamo qui, tra "madrighe" e "frumini" il significato atavico viene confermato.

aggiungiamo che esiste un termine in Sardo, "Furrìài", col significato di cambiare, trasformarsi, anche rivoltarsi contro, cambiare umore. chi ha visto il vino "bollire" mentre fermenta, può anche immaginare che da tale termine derivi l'italiano "furia", "infuriarsi", significa del resto cambiare repentinamente umore, dalla calma a lla rabbia, e la furia, infatti, come la rabbia, deve "sbollire", ovvero finire di bollire..
incredibile come dall'uva e dal vino, e dalle precedenti fermentazioni, a loro volta derivate dal miracolo del concepimento e della nascita, derivino tanti dei termini che usiamo correntemente senza averne consapevolezza..

quindi con disarmante semplicità, stessa radice "fur", e con una probabile italianizzazione,

Vermentino = Fermentino/Furmentino.

#carignano
sempre secondo me, ovviamente, visto l'ormai consolidato parallelismo che l'antica civiltà sarda vedeva tra il mondo del vino e il mondo della fecondazione/nascita, l'etimo del nome del carignano è ancora più disarmantemente semplice, e sardo.
al netto di una probabile contaminazione spagnola, ovvero di una permanenza in spagna di un antica pronuncia sarda,
considerato che "Cara" ha il significato di "viso", ma parallelamente anche di "sembianze", e "Nanu/Naneddu" viene usato vezzeggiativamente per "figlio",
se noi scrivessimo - ci siete già arrivati, vero?-

Cara Nanu, o Cara Nano, cara/gnano, perlappunto,
"simile al figlio"
che "fermenta in pancia" ed è rosso alla nascita, accompagnato dal sangue del parto.

(e se allo spagnolo "gn" facessimo fare una rotazione in "ng", facendolo così derivare ancora più semplicemente dal sardo?
cara/n/gianus, cara n jana, simile alla madre, stavolta... e ancora più sardo, e chissà se anticamente a Calangianus coltivassero anche del Cara/Jana..)

#CANNONAU
questo poi è fantastico.

Cana\Hana\Jana, era il nome delle antiche madri,
Hana/Cana, che attraverso pochi passaggi lessicali è collegato a #Coni/ #Goni\ #Yoni,
(e yonaguni, #giappone, dove lo mettiamo?)
coni/cuni/ che arriva ancora fino a noi in Sardegna sia con il termine Jana, sia con il termine Cunnu, Sardo per" vagina"..
quindi, facilmente,
Cunnu/Nau.

CANNONAU: vino fatto dalle madri.
dritto dritto, senza tanti giri di parole..
A riprova ancora una volta del ruolo centrale della donna, nei tempi antichi, pre indoeuropei.
il termine "han/can/jan/gon/yon/cun/" è infatti così diffuso, a livello mondiale, da non lasciar dubbio nella sua provenienza da una lingua unica, precedente ad aramaico, sanscrito, ebraico, sumero, e chi più vuole ne aggiunga...
possiamo a questo punto ancora aggiungere che se scrivessimo

JANA/NAU (contrazione per nasciu, nato) avremmo "nato dalla madre",

ma se usassimo "AU" col significato di acqua, come in gallurese, francese,accadico, avremmo

JANA/Hana/AU, acqua della Madre,
sia come "vino fatto dalle madri", ma anche e forse soprattutto, visto il colore, come "sangue mestruale" (mestruo anche lui da AMMA Istro, madre del tirso)

ma anche se invece tenessimo presente che "AU" in francese è "O", possiamo ragionevolmente supporre che la "Jana/AU" provenga dalle

"Jana/OU", le uova della madre,

abilmente rappresentate dagli acini dell'uva, nera, che fa il muin/vin rosso, (uva, in sardo attuale, axina, asgina, a/jina, a/jana.. giusto per capire che è tutto semplicemente collegato. da cui pure il cognome Aiana, (cogno, vagina, perchè l'ascendenza era materna e il cogno/nome pure..)"

una cannonata.. no? .. quella pure .. sta a vedere che pure le palle e il relativo cannone.. no va beh .. basta.. se no non la finiamo più, davvero ..

CANNONAU, quindi, il vero Vin Santo, Vino delle Origini, Vino delle Madri,
simbolo della Nascita, e insieme al Carasau, di cui racconto un altra volta, che me lo sono finito ciuppandolo nel Cannonau, forse di qualcos'altro pure..

e stavo pensando.. i torchi che hanno trovato .. no, vabbè .. vado a pranzo, dai .. grazie, e

quando bevete un bicchiere di #vino, sardo possibilmente, pensateci, che quella è un invenzione delle vostre ave..
ve lo gusterete molto, molto di più ...

e ps.
secondo voi, le vinacce, dopo aver fatto il vino, le buttavano.. o si erano già accorti che ci potevano fare il fil'e ferru? e come lo chiamavano, il fil'e ferru, più di seimila anni fa?...

e secondo voi, la sappa, che facevano già (ricordo che di questo siamo certi, dato che Fabio Garuti ne ha trovato scritto il nome su un bronzetto), avrà qualcosa a che fare con la città di Sapporo, in #Giappone, dove si tiene un famosissimo festival della birra, si fa ogni anno una gara di dolci, ed è città fondata su territorio degli antichissimi e misteriosi "Ainu" "Giapponesi"?

mah.... non so proprio... boh...

ma come sempre,

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"condividere libera mente"

#Janas, #Sardinia..
"Quello che per gli altri #popoli è #mito, per i #Sardi è #Storia. #Scritta."



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a riprova del fatto che l'origine del cannonau sia Sarda, non spagnola, aggiungo due immagini prese da un articolo di Gianni Lovicu, Agrisardegna, sull'Informatore Agrario, che già nel 2006 affermava nel titolo "è certa l'origine sarda del vitigno cannonau"..
(si pubblica senza scopo di lucro. I diritti di proprietà intellettuale sono di Edizioni L’Informatore Agrario)



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